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http://www.chietiscalo.it/rubriche/lagro-dolce/2063-azienda-agricola-buccicatino.html (versione integrale)

 Il Don Giovanni di Vacri

Riuscire a fermare Umberto Buccicatino per una chiacchierata di dieci minuti è facile tanto quanto giocare a tressette col Papa (il vino lo porto io). Buccicatino è un uomo sanguigno, genuino e scrupoloso. Anni fa cedette la sua attività di beverage alla moglie e rispose al richiamo delle vecchie vigne del padre, ampliò la superficie vitata, portandola agli attuali venti ettari, migliorò le tecniche di allevamento, rimodernò la cantina, impiantò nuove colture, tra cui quel cabernet sauvignon che in pochi anni è diventato una punta di eccellenza. Oggi tra mille sacrifici resta soltanto da restaurare la vecchia casa paterna per trasformarla in uffici e centro visite.

Disponibile alle nostre prime curiosità, ma sempre con lo sguardo rivolto ai due operai intenti nel lavoro; mi trasmette la sensazione di un uomo in apprensione per il bagno occupato. Non vogliamo disturbare più di tanto, gli rubo due foto in abiti secondo lui poco consoni e chiediamo di degustare qualche bottiglia:

Che il diavolo vi porti, devo travasare il vino….” Ci riempie una scatola a testa delle sue migliori specialità e ci chiede cortesemente di poter tornare al suo lavoro.

Avrei voglia di chiedergli da dove provenisse il suo cognome, il perché di certe etichette, le schede tecniche dei vini, ma lui si è già rituffato nel suo nettare.

Ecco, ha iniziato pure a piovere, tuoneggia e minaccia grandine, all’improvviso ricompare Umberto e si offre di accompagnarci gentilmente alla nostra auto. Guarda il cielo, il pecorino è quasi pronto in vigna, il suo umore peggiora, qualche “bip” di censura e fugge via.

Ora è il momento di provare i vini di Buccicatino. Il cielo si placa, Roberto fa qualche telefonata e ci troviamo in quattro accomodati sul terrazzo di casa sua.

Stappiamo il Trebbiano Stilla Aurea 2008 gr. 14% di un bel colore carico grazie alla sosta in botte. E’ profumato, sa di pesca e albicocca, in bocca è ben strutturato e fresco.

Passiamo al Don Giovanni 2005 gr. 14%, non abbiate fretta, versatelo in calici ampi e fate come quelli della Tv, ruotate e rigirate il bicchiere, è un vino che ha bisogno di respirare e lentamente le ruvidezze diventeranno morbidezze, con tonalità dolci e vellutate di frutta rossa e sottile speziatura. Pari intensità dei profumi li ritroviamo nel Montepulciano Stilla Rubra, noi abbiamo avuto il piacere di decantare una bottiglia del 2000, il corpo è saldo e il tannino vivido, sembra appena spillato dalla botte, i profumi varietali sono eleganti e complessi, al palato è suadente e persistente. I due rossi sono entrambi vini impegnativi, che accompagnano bene i secondi della tradizione culinaria abruzzese.

E’ stata dura, ma alla fine ce l’abbiamo fatta!

(fonte: www.chietiscalo.it)